E SE ZENO AVESSE TORTO?
commedia brillante in due atti con 12 personaggi.



Federico, alla soglia dei quarant’anni e sentimentalmente legato a Valeria, vive questo momento della sua vita in maniera “canonicamente” critica.
Il rapporto tra i due si trascina stancamente ormai da tempo e nessuno dei due sembra deciso a dare una svolta che possa cambiare le loro vite. Gli amici di Federico hanno cercato più volte di costringerlo a decidere del suo futuro, ma l’indecisione dell’uomo sembra prevalere. Valeria, dal canto suo, vive nel limbo della famiglia e questo non fa che irrobustire la sua posizione di “fidanzatina”, che vive con la tranquillità della copertura familiare; questo non le permette di vivere una propria vita fatta di naturali responsabilità.
Un giorno, dopo aver discusso animatamente con Valeria sull’effettivo peso che la coscienza può avere sulle vite di tutti, Federico si trova di fronte Eva, la sua coscienza in carne ed ossa, proprio come lui l’aveva immaginata.
L’iniziale perplessità di Federico non dura molto, perché la giovane donna gli rivela particolari conosciuti, se non da nessuno, da pochi intimi.
Ma un giorno, litigando sull’importanza della coscienza nelle scelte di vita, Federico caccia dalla sua vita Eva, scommettendo con lei che un essere umano può vivere benissimo anche senza una coscienza. Secondo lui è sufficiente avere istinto e intelligenza.
Improvvisamente un giorno, Eva piomba in casa dell’uomo e questi, ricordandosi del fatto che solo ai suoi occhi è visibile, non si preoccupa della sua presenza quando si presenta anche Valeria. Però la donna vede anche lei, Eva e, sentitasi tradita da Federico, lo pianta in asso minacciandolo di non farsi più vivo con lei. L’uomo, spaesato e indispettito dall’episodio, caccia definitivamente dalla propria vita Eva.Il tempo passa e Federico, sentendosi alleggerito dalla mancanza del peso della coscienza, ormai scomparsa, vive comportandosi male con gli amici e al lavoro. Inconsciamente si accorge di avere qualcosa in meno.
Pensando che possa essere la mancanza di Valeria, la cerca per chiarire tutto e chiederle di ricominciare, ma scopre che la sua “fidanzatina” si è subito riconsolata. Federico, allora, capisce che è Eva a mancargli, e non come coscienza, ma come compagna vera e propria. Essendo però solo un’entità, abbandona subito l’idea con rammarico.
Ma, come devono finire tutte le belle storie, Eva gli rivela che non è affatto la sua coscienza. Segretamente innamorata di lui, non è altri che un’impiegata che lavora nel palazzo di fronte al suo ufficio. Non avendo alternative aveva chiesto aiuto ai colleghi di lavoro di Federico che, conoscendolo bene e facendosi svelare astutamente particolari della sua vita, avevano ideato lo scherzo sulla coscienza, proprio perché lui, alla coscienza, non ha mai creduto.

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